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Accademia e professione

Accademia e professione

Autore: Luigi Prestinenza Puglisi
pubblicato il 29 Agosto 2015
nella categoria Cronache e commenti

I professori dell'Accademia-hanno un insopportabile pregiudizio nei confronti dei professionisti. Ritengono che siano sguaiati, modaioli, commerciali. Insomma che non siano all'altezza dell'Architettura, quella con la A maiuscola che loro, chiusi nei recinti disciplinari, hanno scelto di tutelare. Certo i professionisti, per portare a casa la parcella, a volte sono piacioni, a volte sgrammaticati, a volte troppo accondiscendenti con le imprese e poi studiano poco. Dimenticano però che mentre costoro aderiscono a quel principio di realtà - fastidioso quanto si vuole- che fa muovere il mondo, loro, gli accademici, lo ignorano spesso e volentieri producendo opere di un cattivo gusto ancora peggiore. Che è il kitsch dell'elucubrazione senza oggetto, della non aderenza ai principi costruttivi, dell'assenza di preoccupazione sui costi, dell'imbecillità tecnologica, dell'eterno ritorno di stereotipi e ossessioni esclusivamente formali. Guardate a distanza - recentemente ho avuto la disavventura di vedere al Maxxi il remake della mostra Roma interrotta e ogni tanto sfoglio riviste di dieci o quindici anni fa- la produzione accademica, anche costruita, vi accorgerete di quanto temi e idee, che giravano nei dipartimenti, siano, adesso che il tempo li ha distillati, vuoti, senza senso, modi per rendere complesso l'inutile o il frutto di estetismi idioti. Sarebbe quindi meglio che gli accademici, invece di avere il complesso di superiorità nei confronti di chi fa professione, avessero quello di inferiorità. Li aiuterebbe sicuramente a crescere e a migliorarsi. ( Questa osservazione è anche una risposta a quegli accademici che mi muovono l'obiezione di occuparmi di architetti professionisti, a loro giudizio non all'altezza di attenzione critica. Mentre invece credo che sia vero il contrario e cioè che siano loro, gli accademici, che ne hanno fin troppa con la conseguenza che alla fine il quadro della situazione italiana risulti falsato proprio da questa eccessiva, lobbistica e troppe volte immeritata presenza).